Ok, ieri sera (complice l’assenza di una moglie contraria ai film di guerra) ho rivisto “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg. E come sempre mi sono commosso sul finale. Quando muoiono un po’ tutti difendendo fino alla morte il classico “ponte” imperdibile pena-completa-disfatta-dell’invasione.
Ecco, quando Miller/Hanks dice a Ryan/Damon “Meritatelo!” prima di tirare le cuoia, mi si inumidisce il ciglio e mi viene sempre un’incazzatura solenne. Non perché sia contrario alle commozioni da film, ci manca (anche se mi turbano di più gli ammazzamenti della guerra che le passioni del cuore). Ma perché se penso agli uomini uccisi in quella guerra, in modi tanto orrendi, mentre combattevano contro il nazifascismo, mi vengono in mente le stupide morti di oggi in Iraq o in Pakistan e non riesco a non farmi salire il sangue alla testa.
Siamo tutti noi a doverci meritare ogni giorno di essere stati salvati dai Miller caduti in Europa. Con le nostre azioni, con il nostro comportamento, ma soprattutto dimostrando di aver appreso la prima regola di quella libertà che hanno contribuito a portarci: la capacità di proclamare la nostra contrarietà a un’idea o un’azione sbagliata.
È per onorare il loro ricordo che voglio ancora una volta urlare il mio totale disgusto per la politica estera statunitense di oggi. Io non sono mai stato anti-americano, anche se oggi è questa l’etichetta alla moda che mi si vorrebbe appiccicare addosso. Ma chi parla di libertà da esportare, di diritti da difendere, da tiranni da abbattere prendendo ad esempio il sacrificio di sessant’anni fa uccide i suoi caduti un’altra volta.
Bagdad non è e non è mai stata Berlino. Nemmeno Teheran lo sarà mai, anche se stanno già provando a convincerci. E l’Asse del XXI secolo ha tiranni molto chiari, come l’effetto serra, l’incremento demografico, l’insensato stile di vita occidentale o la povertà (e lo sfruttamento) di grandissima parte del mondo.
Hitler si è tagliato i baffetti e non indossa più la sua camicia bruna. Ha l’aspetto di molti di noi, tanto che potremmo perfino non riconoscerlo più, nemmeno allo specchio. Ha smesso di andare allo stadio e preferisce gli studi televisivi. A volte ci parla di nemici immaginari per imbrigliarci con la nostra stessa paura. Ma è pronto ad uccidere sul serio, pur di non cambiare abitudini.
Solo che i morti non si vedono più. Hanno smesso di inquadrarli.
Vaìa