Torino è la mia città?


Volevo partecipare a questo concorso. Mi sono iscritto, ho seguito le istruzioni e mi son messo a pensare… Mentre il cursore era lì che lampeggiava beffardo sul foglio bianco. Ma io – ho concluso dopo qualche minuto di stordimento – di [tag]Torino[/tag] cosa posso dire? È una bella città, non c’è dubbio. È fornita di servizi, ci si vive tutto sommato bene. Non è troppo incasinata e non vanta (fortunatamente) i picchi di traffico allucinante che affliggono, che so, Roma o Milano. Ma Torino, volendo parafrasare [tag]Culicchia[/tag], è la mia città? C’è qualcosa di lei in cui possa identificarmi a tal punto da farla vivere davvero con le mie parole?

Sono nato a [tag]Firenze[/tag] e ci ho passato a rate la mia infanzia. Se devo pensare a “casa” penso a lei. Penso agli affetti che avevo e che ho in massima parte perduto con gli anni. Penso alla “mia” [tag]Fiorentina[/tag], al suo stadio dal manto sempre verde. Penso alle mie passeggiate tirate avanti fino allo sfinimento per il centro. Al Duomo, a piazza [tag]Santa Croce[/tag] e alla statua di Dante e a quella scritta (“A Dante Alighieri, la Patria”) che sempre mi ha lasciato un brivido di immortalità sulla schiena.

Penso alla casa-rifugio dei miei nonni, ai loro soprammobili, al loro odore. Ai dolci che mi preparavano e alle [tag]bistecche[/tag] alte un palmo in cottura sul fornello, fra gli schizzi del grasso che si infiammava sul fuoco. Penso alle partite a briscola con l’altra nonna, che barava – bontà sua – alla tenera età di ottant’anni e con un bambino come avversario. Ai suoi quadri che riempivano letteralmente ogni centimetro quadrato di parete. Tanto che ancora oggi (in questo il babbo mi aiuta) mi sento perso in una casa che abbia meno di quaranta dipinti per parete.

Penso all’Arno, che scorreva (e pare ancora scorra) placido sotto il balcone di casa. Al suo profumo penetrante di foglie umide, al parco delle stradine dove ho imparato a guidare macchinine giocattolo e a quello dell’albereta, dove ho corso l’ultima volta che mio nonno stava bene. Penso a tutti quei mille piccoli, insignificanti particolari che ti fanno capire, davvero, che un posto (e solo quel posto) è casa tua. Perché c’è solo un luogo al mondo che puoi rimpiangere con tutte le tue forze di aver perduto. Ed è casa tua. Quella e non altre.

Il risultato è che non sono riuscito a mettere insieme mille caratteri su Torino. Non ne posso parlarne che per contrapposizione. La Torino città degli anni orrendi delle medie… da cui scappavo a Firenze. La Torino degli anni terrificanti (personalmente e pubblicamente) dell’adolescenza e del ginnasio… da cui fuggivo per rifugiarmi a Firenze. La Torino dell’amore incontrato e della nascita di mio figlio… che la “mia” Firenze non vedrà mai… Ma anche la Torino del dovere e del lavoro, del tran tran di tutti i giorni, contrapposta alla dolcezza del sogno e al ricordo.

La Torino città grigia per eccellenza, anche se ormai si fa finta che non lo sia più e la si illumina di neon come un albero di Natale. La Torino capace di sorprenderti con un cielo dall’azzurro feroce e con una corona di montagne che ho frequentato troppo poco. Una Torino che non si offende se la considero come un ripiego e non come l’amore della mia vita. Come un matrimonio combinato dai genitori e non come la ragazza dagli occhi dolci per cui smaniavo dalle elementari.

Torino non sarà mai completamente mia, non le apparterrò mai davvero. Non è mai stata capace di emozionarmi e non mi ha mai fatto piangere. La lascerei senza rimpianti, anche se sono certo che sarei pronto a ritrovarla in ogni momento con piacere.

Insomma, credo proprio che Torino non sia la mia città e forse che non aspiri neanche a esserlo. D’altra parte la capisco. L’ho tradita troppe volte per un’altra e adesso che lei non c’è più la tradisco con il suo ricordo (che detto per inciso ci appare sempre migliore della realtà). Roba che se si parlava di donne vere avrei avuto già una pletora di avvocati divorzisti sotto casa. Come avrei potuto raccontarla senza farla passare per una figurante, quando avrebbe dovuto essere la protagonista?

Vaìa

Commenti da Facebook:


2 thoughts on “Torino è la mia città?

  1. mi hai fatto venire in mente questa frase, da “Memorie di Adriano”:
    “Il vero luogo natìo è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi.”

  2. e poi… si sa niente da R.?
    e poi2… scrivi anche te su secondoTe! il primo numero esce fra pochi giorni… aspetto un tuo scritto per il prossimo! il tema lo dovresti conoscere…

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *