Piove all’insù


“[tag]Piove all’insù[/tag]” ([tag]Bollati Borlinghieri[/tag]) è il primo romanzo di [tag]Luca Rastello[/tag]. Giornalista torinese (fra l’altro Narcomafie, Repubblica, “D”, Diario), già autore de “[tag]La guerra in casa[/tag]” (sulla guerra civile jugoslava, Einaudi 1998), ma soprattutto amico caro e unico “Capo” a cui sia mai andato il mio totale e incrollabile rispetto. Colui, per intenderci, a cui devo gli insegnamenti più preziosi che ho ricevuto nella mia vita professionale.


Io il libro l’ho comprato ieri durante la presentazione e l’ho iniziato a sfogliare, come da tradizione, prima di dormire. Non avevo dubbi sul fatto che mi avrebbe preso dalle prime righe. Ragione per cui voglio consigliarvelo subito, un po’ sulla fiducia.


Della trama non voglio dirvi molto, odio svelare le cose. Chi è interessato può saperne di più qui. Sappiate solo che è una storia in bilico fra la flessibilità del mondo del lavoro di oggi e i ricordi di un’Italia lontana, quella degli anni Settanta. Con tutto il suo carico di lotte sociali e strategie della tensione.


Ora per me il problema sarà quello di riuscire a farmi fare una dedica come si deve dall’autore. Ieri alle [tag]Cantine Risso[/tag] di Torino c’era talmente tanta gente da non riuscire quasi ad avvicinarlo. Ma a dispetto del titolo del libro che veniva presentato, era una magnifica giornata di sole.


Vaìa

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