Confermo la mia opinione quantomeno dubbiosa sulle moderne aree gioco attrezzate per i bambini. Venerdì decido di fare il babbo modello per l’intero pomeriggio, corro a prendere Jacopo (aka il nano) all’asilo nido e me lo porto al parco della Tesoriera, che presenta orgoglioso al pubblico uno dei più grandi spazi dedicati ai gagni di tutta Torino. Con tanto di castello-liana-ragnateladicorda-scivolo-portascalette degno della fantasia dello scenografo di Peter Jackson.
Ecco, se siete da soli con il vostro bimbo lasciate stare. Soprattutto se il cucciolo è in una di quelle fasi evolutive tipo 18-20 mesi in cui pensa e pretende di poter fare tutto da solo (compresa la rampicata libera stile Stallone in Vertical limit), mentre in realtà è tanto impedito da rischiare di spaccarsi un osso ogni cinque secondi. Mi sono accorto dell’errore quando il mio piccolo dittatore ha deciso di usare lo scivolo. La struttura prevede che da un lato si salga con una scaletta in legno e dall’altro si scenda a capofitto. Peccato che il genitore è praticamente impossibilitato ad accompagnare il figlio durante la discesa, perché tra un lato e l’altro della struttura c’è nell’ordine: una serie di liane orizzontali, un cunicolo e una ragnatela di corda.
Ragion per cui se si vuole evitare di farlo precipitare, mentre arriva in cima e si sposta come un fulmine verso l’abisso, il genitore deve necessariamente lanciarsi come un pazzo attraverso una di queste strutture (consiglio il cunicolo, anche se è pieno di piccoli fanatici urlanti) per afferrarlo al volo mentre scende. Naturalmente se si è in due o il bambino è un po’ più padrone dei suoi movimenti non c’è problema. Ma ne dubbio preferisco avvisarvi prima.
Altro giro altra corsa. Domenica pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata in bici alla Pellerina, con tanto di ovvia e necessaria fermata in un’altro spiazzo ludico. Ad attirarci questa volta è stato un aeroplano di tubi e legno colorato, con un’invitante cabina di comando dove il nano ha pensato bene di infilarsi subito. Niente da dire, tutto molto bello e affascinante (io stesso mi son messo a ruotare la cloche facendo brrrrrrr con la bocca). Ma è bastato cercare di recuperare il bambino per accorgersi di quanto fosse facile rimanere incastrati in uno di quei bei pezzi di legno tanto invitanti. A proposito, se qualcuno conosce la giusta combinazioni di passi lo prego vivamente di postarmela, così la prossima volta evitiamo di contorcerci in due come degli indemoniati.
Insomma, una volta di più temo che si debba porre un freno alla fantasia dei designer ludici di circoscrizione. O meglio, obbligarla a ragionare sull’accessibilità e l’usabilità dei prodotti che partorisce. Se ripenso a cosa erano la Tesoriera e la Pellerina quando ci andavo io mi vengono i brividi e son ben felice di quanto si è fatto in questi anni. Ma diavolo! Come tutte le strutture di pubblica utilità (autobus, treni, scale mobili, etc…) non sarebbe meglio farle progettare soltanto a chi può dimostrare, prove alla mano, di averne usate di simili almeno una volta? I vantaggi sarebbero incalcolabili. Compreso quello di far sì che un genitore possa afferare il figlio volante senza ritrovarsi avviluppato da un’orgia di simpatiche corde colorate.
Vaìa (io voto Sandra, fallo anche tu)
Ma infatti è già da diverso tempo che, in tutti i giardini pubblici attrezzati che mi è capitato di vedere, quel tipo di strutture sono state sostituite da quelle (noiosissime, he he) nuove in plastica-colorata-omologate-a-norme-CE. Pensavo anzi che fosse una cosa obbligatoria!