Testimonial e premi Nobel


Yunus sorridenteBuone notizie per tutti coloro che, come [tag]Bob Hope[/tag], pensano che una banca sia un istituto che ti presta soldi solo se puoi dimostrare che in fondo non ti servono. È il momento di cambiare idea… Perché mentre c’è chi cerca improbabili testimonial per campagne virtuali sulla lotta alla povertà (sono testardo e rancoroso, lo so), c’è un banchiere che la povertà la combatte davvero, con le armi dell’economia e della finanza, oltretutto.

Sto parlando del bengalese [tag]Muhammad Yunus[/tag], fondatore della [tag]Grameen Bank[/tag] e realizzatore pratico del concetto di [tag]microcredito[/tag]. Una personcina niente male, che ha avuto un’idea rivoluzionaria: a certe latitudini del mondo basta poco per avviare una propria attività e uscire dalla condizione di povero fra i poveri. Bastano pochi dollari. Perché diavolo deve essere così difficile ottenerli?

Grazie alla sua intuizione, che ha contribuito a cambiare perfino a cambiare alcune strategie nell’erogazione del credito da parte della [tag]Banca Mondiale[/tag], oggi qualche un paio di milioni di persone in più nel mondo (oltre il 90% delle quali donne) ha potuto avanzare qualche gradino nella scala sociale, potendo prendere in prestito quei pochi dollari necessari, che so, ad avviare un’attività di tintoria a basso costo.

Attenzione! Stiamo parlando realmente di pochi dollari (in media 309), spesso di pochissime decine di dollari, che le persone prendono in prestito (stiamo parlando pur sempre di una banca, per quanto unica) e che restituiscono nella stragrande maggioranza dei casi (98%!). Come a dire che quando l’esigenza spinge davvero si bada al sodo, mettendo a frutto ogni singolo centesimo che si ha a disposizione (ecco una teoria che i creativi della finanza made in [tag]Parmalat[/tag] o [tag]Cirio[/tag] non hanno mai voluto imparare).

Ebbene, e stringo, se parlo di questo rivoluzionario delle cambiali è perché è di oggi la notizia che ha vinto il premio [tag]Nobel[/tag] per la Pace. Le motivazioni, per chi ancora non le avesse intuite, sono chiare: «Attraverso culture e civiltà, Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che anche i più poveri fra i poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo».

Così, mentre l'[tag]Onu[/tag] spenderà soldi in campagne mediatiche con attrici ex truffaldine del Web (sono testardo e rancoroso, lo so, basta farmelo notare), qualcun altro continuerà a lavorare lontano dalle telecamere (tv o webcam, poco importa) e a cambiare davvero un poco questo porco mondo. Perché, come ha detto una volta Yunus, «in Bangladesh, dove non funziona nulla, il microcredito funziona come un orologio svizzero».

Per altre informazioni, non essendo disponibile in rete un articolo scritto dal sottoscritto per la rivista Amico, ecco le pagine di Wikipedia sul microcredito. Un lettura altamente consigliata.
Vaìa

Commenti da Facebook:


One thought on “Testimonial e premi Nobel

  1. Conoscevo il sistema da anni. Mi stupisco che solo adesso abbia tanto risalto. Ma tra 1-2 giorni purtroppo già finirà tutto di nuovo nell’oblio. E anche a me cadono le palle pensando che l’ONU si farà invece rappresentare da una puttanella stagionato che fingendosi 16enne e spingendo a pulsioni onanistiche migliaia di sfigati fanatici di Internet è diventata famosa. Famosa per che? Per le pippe?

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