Oggi qualcuno mi ha detto che le persone possono anche essere dei posti, dei luoghi fisici. Senza l’ansia di passare, muoversi, trasformarsi. Uomini e donne come palazzi, come piazze, come montagne. Posti del cervello o del cuore, facilmente raggiungibili o nascosti alla vista.
Mi dicono che sono parole di Baricco. E in effetti è una visione molto baricchiana, questa. Sufficientemente studiata da apparire naturale e spontanea. Però mi è piaciuta, anche perché il grande ne sa di trucchetti per costruire castelli di frasi impeccabili.
E allora in questi giorni di pensieri in corsa, con poco tempo per fare le cose che la vita reale mi pone davanti fra lavoro, famiglia, commissioni, secondi lavori con le stelle e pochi momenti di relax… In questi giorni di stupore per chi ha tanto di quel tempo da sprecare da riempirlo di impegni inutili da raccontare su Twitter e per chi ne ha talmente tanto in più da andarseli perfino a leggere… In questi giorni di sonno arretrato e migliaia di particolari da curare, mi sono chiesto: che posto sono io?
Tralascio il "bho!" che mi è venuto subito spontaneo… perché sforzandomi appena mi sono reso conto che mi piacerebbe essere un palazzo in riva al fiume. Non troppo facile da raggiungere, abbastanza isoltato da tener lontano i perditempo. Magari anche con un bel cartello tipo "attenti al cane" o robe così. Un posto dove non si capita per caso, ma solo se sai cosa stai cercando. Un posto da "intenditori", insomma.
Non sarebbe male essere un posto così. Color terra di siena e col sapore di polvere di pietra e vento che ha la mia città. Silenzioso, solare, alberato. Solo al pensiero mi viene voglia di tornarci, anche perché io lo conosco bene e nella mia memoria mantiene un posto fra i ricordi più preziosi. Di quando le cazzate si scrivevano solo nei diari e si aveva vergogna e metterle in pubblico. E gli amici, se non rispondevano al telefono o al campanello, non si aveva davvero idea di dove diavolo potessero essere finiti.
Sono esistiti davvero tempi e posti così, anche se pare impossibile. Mi piacerebbe riuscire ad esserne uno, almeno per un po’, ogni tanto. Se ci riuscissi, di certo non lo andrei a spifferarlo ai quattro venti tanto facilmente. Mi spiacerebbe che qualcuno con troppo poco da fare se ne interessasse. Ci metterebbe un bel social tag sopra e mi geolocalizzerebbe subito. E addio pace.
Vaìa
Ma ti sei innamorato, che mi diventi poetico???
Ah ah ah, Suz! Pensa te che io credevo di aver nascosto, sotto le apparenze di un personale e toccante post privato, una salace critica alle derive egocentriche di molti blogger di oggi… Decisamente ho troppo poco tempo per scrivere allora…
:-))
forse siamo sempre di più a pensarla così… ad un certo punto ci sarà il rigetto.
certo che si è innamorato…….