In un tempo tremendo in ogni parte del mondo


“In un tempo tremendo in ogni parte del mondo”, quanto deve essere consolante avere fede. Non dico nel Dio cristiano a cui siamo tutti più o meno abituati, né in qualunque altra divinità specifica. Intendo proprio fede in senso lato: da Buddha a Marx. Credere che ci sia un senso nascosto che noi non cogliamo a piano, una giustizia che oggi non vediamo… ma che un giorno, in questo mondo o nell’altro, verrà a ripianare i torti, a riconoscere le ragioni, a ripagare i giusti.

Deve essere un sentimento meraviglioso, la fede. Io me la immagino così: provare lo stesso identito schifo per il mondo che ci circonda, ma sentire al contempo nella bocca dello stomaco un calore consolante, che ti sussurra leggero che nulla resterà impunito. Che tutta la melma che vedi guardandoti intorno e che ti sovrasta come un’onda di liquami inarrestabili può trovare una diga. Anzi, che la troverà sicuramente e che sarà incrollabile.

Deve essere una sensazione stupenda la fede. E giuro, non mi dispiacerebbe per una volta sentire quel dolce calore farsi strada nel mio corpo. Come un’anestesia tanto invocata, che ovatta il dolore e lo rende accettabile. E invece, miscredente come sono, devo convivere con questo schifo e con questo paese disperato senza possibilità di allievare la nausea. Ben conscio che non cambierà mai nulla, che i torti rimarranno tali e che nessuno di coloro che hanno subìto avranno mai uno straccio di soddisfazione. Che il mondo è di chi sta in cima e che chi sta in basso là resterà. Se non più in basso ancora.

Che meraviglia deve essere la fede, soprattutto per noi atei.

Vaìa

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