Parlar di tutto (per non parlar del Capo)


Ora, c’è questa bella pubblicità Ikea, che come tutte le pubblicità Ikea è semplice, intelligente e va dritta al punto. Ci sono due uomini di spalle, mano nella mano, che vanno presumibilmente a comprar mobili svedesi a basso costo e facili da montare.

In un paese qualsiasi, specie andando verso il nord (civilizzato) dell’Europa, una pubblicità del genere verrebbe apprezzata, ma neanche più di tanto. La si osserverebbe divertiti, ma forse non più di come si osserverebbe divertiti una pubblicità ben fatta di sugo di pomodoro o, che so, di un dentifricio. Perché fortunatamente almeno nel nord (civilizzato) dell’Europa le coppie gay sono qualcosa di familiare.

Da noi no. Da noi una pubblicità del genere per 10 persone che la guardano ne trovi almeno 4 o 5 (pessimista?) che si soprendono e che storcono il naso. E una che dice una minchiata. Come ad esempio che Ikea entra “a gamba tesa contro la nostra costituzione”, secondo cui la famiglia è quella classica fondata sul matrimonio (art. 29, n.d.r.). E uno dice: vabbè è chiaramente una vaccata. E invece no, perché salta fuori che a dirlo è uno che di mestiere fa il sottosegretario alla famiglia. Coso, lì… il Giovanardi.

Ora, quello che mi fa più incazzare non è Giovanardi, che è quello che è e che di uscite simili ne ha già fatte storicamente tante. Mi fa incazzare che di fronte a una “boutanade” come questa i media accendano il megafono e alè… la ritrasmettano a tutto volume. C’era on line oggi, c’era nei telegiornali, ci sarà domani su carta, eccetera, eccetera, eccetera.

Mi fa incazzare non solo perché va bene la libertà di opinione, ma evidenziare una roba del genere significa darle importanza, scatenare un dibattito intorno al nulla di un pensiero ozioso e insignificante partorito da una mente chiaramente disturbata. Ma soprattutto perché questa uscita fa parte della strategia del polverone che i “fidati” mettono in piedi ogni volta ci sia da distogliere l’attenzione dai crimini che si commettono ai piani alti.

Così per un attimo tutti noi smettiamo di pensare ai processi, ai bunga bunga, alla prostitute minorenni, alle voragini istituzionali che stanno inghiottendo ogni regola di civile convivenza in questo paese, e ci dedichiamo a disquisire se Ikea davvero possa aver “attaccato” la nostra costituzione. Ikea dico! Che al massimo può essere colpevole di aver provocato bestemmie nei montatori di Billy della domenica.

Io faccio questo mestiere da anni. Lo so che una idiozia del genere è una notizia… Ma per pietà, stacchiamo la spina del megafono. Non ci prestiamo più. Pensate che meraviglia sarebbe se Giovanardone nostro, dopo aver sparato una simile fesseria, non la vedesse comparire da nessuna parte. Nessuna agenzia, niente articoli on line, niente servizi in tv… Niente. Silenzio. Buio. Nessun commmento, nessun dibattito.

L’Italia sembrerebbe perfino un paese più maturo e civile, non dico come la Svezia, ma almeno come il Botswana, che so… E i due uomini del manifesto non diventerebbero la solita caricatura di famiglia “anormale” da attaccare per far parlare d’altro. Resterebbero quello che sono: una famiglia di persone che si amano e che costruiscono insieme qualcosa di bello e duraturo.

Basterebbe togliere l’audio ai Giovanardi. Ma cazzo! Ne varrà la pena?

Vaìa

Commenti da Facebook:


Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *