Domande da porsi almeno una volta


Odino

Mentre guidava, un ghepardo kazako giunto non si sa come in corso Marche gli ha tagliato la strada, facendolo andare a sbattere contro un tir carico di butano. E’ stato in coma un anno, ma grazie a Dio ora riesce almeno a mangiare di nuovo con il cucchiaino.

Nessuno sa come abbia contratto quella rarissima malattia tropicale della pelle non segnalata dal 1723. Ma ringraziando il cielo le croste che lo hanno sfigurato sono quasi accettabili. Adesso assomiglia molto meno a un “clospereus androphilus”.

Ha vinto settanta quisquilioni di euro al superenalotto e oggi vive circondato dal lusso e da incommensurabili capolavori d’arte, mentre un esercito personale di 12 modelle dell’intimo gli spiega i piaceri della vita senza bisogno di sprecare parole. 

Ecco, questa è una cosa che mi fa impazzire. Perché con i miliardi di opportunità e sorprese che la vita ci riserva, le divinità (ognuno si scelga la propria) le ringraziamo solo quando si parla di sciagure a lieto fine di cui si avrebbe fatto volentieri a meno e mai per qualcosa che accetteremmo ogni giorno a braccia aperte?

Chiaro che se ringraziamo per le sfighe, sfighe avremo. Penseranno che ci piacciono. Iniziamo a ringraziare sentitamente e pubblicamente anche per le botte di culo, altrimenti non c’è verso: modelle e soldi avranno sempre la peggio.

Come dite? Non si registrano botte di culo da decenni? Tranquilli, ringraziando Odino prima o poi arriveranno.

Vaìa

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