Allora arriva ‘sta tipa. Capisci? Una figa, molto figa. Una che se ti capita di incrociarla per strada hai paura anche solo a guardarla… Figurati a rivolgerle la parola! Capisci cosa voglio dire? Una di quelle donne di classe, amico. Cazzo, se era di classe! Tanto di classe che se non ci fossimo trovati in questo merdoso ventunesimo secolo una così se ne sarebbe arrivata su una carrozza dorata piena di piume e trainata da otto cavalli bianchi. Ho reso l’idea? Solo che siamo nel ventunesimo secolo, così lei se n’è arrivata su una Mercedes Slk grigio metallizzata. Nuova di pacca, è ovvio. E come la guidava! Sembrava che il volante le facesse schifo. Che ne so… come se guidare fosse una cosa poco fine per una come lei. Però intanto si vedeva che ci sapeva fare. Perché la macchina le ubbidiva come un cagnolino. Docile, docile. Sembrava perfino che si aspettasse un biscottino di ringraziamento da un momento all’altro, tanto era ammaestrata. Sai quella curva tutta stretta che c’è proprio prima del distributore? Quella dove due anni fa s’è schiantato il Franco con l’Ape? Ecco… a lei l’ho sentita arrivare dal rombo del motore e non ha fatto una piega, sembrava guidasse un tram sui binari. Fa ‘sta curva senza manco frenare, entra rombando e dà ancora un colpo di gas prima di scendere. Poi si apre al portiera ed eccola, questa donna. Meravigliosa, Cristo! Te l’ho già detto o no quanto era bella? Sì che te l’ho detto, vero? Figa, sì. Ma elegante. C’aveva addosso un tailleur tipo “dolcegabbana-o-armani-o-che-so-io”. Rosso. Oddio, avresti dovuto vederla camminare. Aveva gambe lunghe come una giraffa e un ballatoio là davanti che ti faceva venir voglia di morirci dentro. Se tendevi l’orecchio sembrava di sentire le cuciture del reggiseno che imploravano aiuto, perché non ce la facevano più a contenere tanto ben di Dio. Sembrava di sentirle: “Aiuuuutoooooo, aiutateeeeciiiiiii”. Capisci, vero?
Io intanto me ne stavo là come un ebete, senza riuscire a dire una parola. Capirai, non è che di donne così ne capitino spesso da queste parti. Avevo paura di rovinare tutto. Anche tu, è inutile che ora mi fai quella faccia scettica. Avresti tenuto la bocca chiusa. Garantito. Proprio come ho fatto io. Insomma, me ne stavo là in adorazione… E questa sai che fa? Butta un sguardo pigro tutto intorno e non si mette a fissarmi? Cristo, amico. Così, all’improvviso… Sembrava che l’intero mondo si fosse fermato in quel momento, giusto per vedere che succedeva. Cazzo, mi è venuto un colpo! Il cuore ci scommetto che si è fermato per qualche secondo. Fermato, dico. Non sentivo più nulla, non vedevo niente. Come dici? Cosa è successo? Hai ragione, scusami. Ero partito per la tangente con ‘sta storia del cuore che si ferma… Ma devi capirmi. Oddio! ‘Sta meraviglia se ne parte ancheggiando a destra e a sinistra, neanche fosse il metronomo dell’intero universo. Destra e sinistra, destra e sinistra… si avvicina decisa. Un paio di gambe, neanche a dirlo, da fare invidia al mondo, te l’ho già detto vero? Destra e sinistra, destra e sinistra… Oh, guarda che quando dico che sculettava mica mi riferisco ai puttanoni a cui siamo abituati noi, eh! No, amico. Questa sembrava che camminasse leggera su un paio di nuvole rosa del cazzo! Destra e sinistra, destra e sinistra… si dondolava sui fianchi come se l’aria stessa che respiriamo si spostasse per farla passare senza fatica. Come se al posto del culo avesse zucchero filato. Hai capito ora? Destra e sinistra, destra e sinistra… e io lì, immobile, che inizio a sudare come se mi piovesse addosso.
Perché? Come perché? Non capisci? Quella stava venendo dritta verso di me. Come? Certo che c’erano altre persone intorno, che cazzo credi? Mica eravamo nel bel mezzo del deserto. C’era il Mario, quello dei giornali. Il Bartolomeo, il mio collega di pompa… e poi erano le undici, c’erano tutti quelli del bar. Avrebbe potuto andare da uno di questi, non trovi? E invece no. Lei viene da me! Destra e sinistra, destra e sinistra… e continua a fissarmi, con quei due fanali azzurri che si fanno sempre più grandi e sempre più vicini. Io ho quasi paura a ricambiare lo sguardo, perché potrebbe capire quello che sto pensando davvero. Cosa, dici? Questa sì che è bella, amico. Se non ci arrivi da te vuol dire che sei mica a posto.
Sto pensando che se il mondo fosse un posto almeno decente in cui vivere e non quella merda in cui ci troviamo ad annaspare ogni giorno… Insomma, se il mondo fosse solo un po’ meno schifoso di quello che è, allora io a una donna così, figa, elegante, fasciata di rosso, con due lampade al neon azzurre al posto degli occhi, una corona bionda in testa e un balcone da urlo su due gambe infinite… io a una donna così avrei anche potuto chiedere di uscire e sarei stato certo che lei avrebbe preso in considerazione la possibilità, anche se ho addosso ‘sta tuta tutta sporca di grasso e le mie dita non tornano bianche da almeno dieci anni per tutti i motori che hanno toccato e smontato. Cazzo, magari non mi avrebbe detto di sì, ma almeno ci avrebbe pensato su. In un mondo così io avrei anche potuto fare lo splendido. Che ne so, magari buttarle là un “Ciao, ti stavo aspettando. Dove vuoi che ti porto?”. E lei si sarebbe messa a ridere, perché avrebbe avuto tanto di quel senso dell’umorismo da divertirsi per ogni cosa che dico, e dopo avermi fatto intravedere trentadue-denti-perfetti-trentadue mi avrebbe risposto: “Dove vuoi tu, tesoro”. E vaffanculo al mondo! Dico io… ma che ci vorrebbe a vivere in un mondo così? Sarebbe davvero così folle?
Invece questa superfemmina se ne arriva e sai che mi dice? Eh? Mi mette a fuoco con lo stesso fastidio con cui si osserva una lampadina fulminata in un bagno e mi chiede se accettiamo le carte di credito. E io, senza più saliva in bocca e con un dolore feroce all’inguine, riesco solo a farle di sì con la testa. Così mi osserva ancora distratta per un decimillesimo di secondo, poi si volta indietro, mi indica con un cenno la macchina e mi fa: “Il pieno”. Vuoi sapere cosa le ho risposto? Niente le ho risposto. Perché anche se ce l’avessi fatta non ne avrei avuto il tempo. Cazzo, amico, questo non è mica un mondo perfetto! E io sono un benzinaio, non un tassista. Non ho tempo per le chiacchiere con i clienti normali figurati un po’ te se trovo il tempo e il coraggio di mettermi a parlare con una tipa così fuori dalla mia portata. Mi son passato lo straccio sulle mani sporche d’olio e mi sono avviato alla pompa del diesel. Cazzo, due minuti e c’era già una coda che non finiva più. Potevo mica star lì con le mani in mano a sognare. Però le ho lavato per bene il parabrezza, prendendomi tutto il tempo necessario. Perché galante, sì… quello un po’ lo son sempre stato.
Vaìa