Dieci cose che ho imparato a Londra:
- Se vuoi vivere, quando attraversi la strada nel dubbio guarda pure sopra e sotto di te. Spunterà di certo un taxi.
- Dai 2 gradi in su è ufficialmente estate. Gli uomini girano in maglietta o al massimo con una giacchetta striminzita. Le donne in sandali e canottierina. Gli italiani coi moon boot.
- A 5 gradi è estate piena. I genitori inglesi lasciano che i bambini giochino a piedi nudi nelle fontane dei parchi. Quelli italiani che si slaccino il Moncler.
- Le donne sono belle (spesso) e scosciatissime (quasi sempre). Solo che a volte hanno la faccia di Jessica Fletcher.
- Se una cosa è commestibile è fritta, carbonizzata o annegata in strane salsine. E se cercate bene dal piatto salterà sempre fuori almeno un cetriolo.
- In generale il cibo “inglese” non esiste. E se esiste è solo per intestini di ferro (o d’acciaio, meglio).
- In particolare il cibo “etnico” è ovunque. A proposito, vi ho già parlato degli intestini di ferro (o d’acciaio, meglio)?
- I cestini per l’immondizia sono rarissimi. Se vi azzardate a scartare un chewing-gum siate pronti a tenere la carta in tasca fino all’albergo. O a ingoiarla un pezzetto alla volta, insieme a fazzoletti usati e biglietti della metro.
- I divi del cinema girano indisturbati per i pub e hanno la panza. Colpa della birra in entrambi i casi, probabilmente.
- Non esiste il concetto di “erbaccia”. Dai 15 cm quadrati in su ogni zolla verde è rasata alla perfezione. E sopra ci sono almeno tre persone che fanno un pic-nic.
Vaìa