Lasciò la macchina in doppia fila, contando sulla buona sorte e sul solito, logoro, cartellino ufficiale con su scritto “medico in visita domiciliare” e logo d’ordinanza dell’Asl. Buttò la cicca della sigaretta per terra, schiacciandola sul selciato con il tacco della scarpa in coccodrillo. Quindi Continuò a parlare al telefono, come negli ultimi cinque minuti.
“Allora Arma’, te l’ho detto. E no che non posso. Non mi frega che sia l’amica di tua cognata, io posto in ospedale non ce l’ho. Ma che decido io secondo voi? Sai che tagli c’ha fatto solo sto mese la regione? Tu non hai idea, solo di infermieri me ne hanno tolti tre. Tre dico, capisci? E dove la metto sta qua? Una tac, poi! Ma non se ne parla! Non in ospedale, almeno. Se vuole… Se vuole… Fammi parlare, Arma’. È inutile che ti incazzi. Se vuole venire da me nello studio, anche domattina. Che la prendiamo e la portiamo in clinica. E certo che paga, ma che stai a scherza’? Ma che ne so… 3-400 euro almeno. E ma è per la salute, so’ soldi spesi bene, Arma’… Lo so. Lo so… è uno schifo. Son dei ladroni, che c’hanno mangiato su per anni e adesso la fanno pagare a noi poveri cristi. Che non lo so? Ti ricordi quando bastava mandargli una bustarella e via… Macchinari nuovi, permessi, viaggi studio come se piovessero… Lo so. Eh, doveva farselo venire allora il tumore quest’amica tua. Mo’ deve aspettare che non c’abbiamo più una lira e se gli mandi una busta quelli si cagano tanto addosso che stai certo li beccano entro dieci minuti. È che siamo tutti spiati Arma’, c’abbiamo le cimici da tutte le parti. Stai a caga’? E c’è la cimice pure lì. Ma dico io, questo è uno stato di polizia… e hai la macchina nuova e ti rompono il cazzo coi controlli. Ti fai una vacanzina fuori stagione e ti rompono il cazzo. Tra un po’ ti rompono il cazzo pure mentre scopi con l’amante. Guai a portarla in albergo… Una volta ti dovevi giustificare con tua moglie, mo’ col fisco. Ma si può? No, caro. No, non credere. Non è giusto per nulla, perché se tu per salvarti la pelle devi venire da me allora a me tu, stato, devi dare quanto più puoi e non mi devi rompere il cazzo. Fine. Altrimenti io ti faccio aspettare o ti faccio pagare, non c’è verso.
È che ormai c’è una mentalità malata. Nessuno si fida più di nessuno. Colpa di ‘sti politici che magnano, magnano, magnano. Hanno sempre magnato e continuano a magnare. Ma che credi che quegli altri, quelli buoni come dicono loro, quelli puri, non magnano pure loro? Bravo! Sì che magnano, eccome! Solo che sono furbi, lo fanno meglio. Lo fanno con moderazione. Non è che si strafanno di coca e viagra come gli altri, non si mettono mica via i lingotti d’oro cazzo! Loro ci vanno leggero, ma costante, e li beccano meno. Sembrano dei catechisti al confronto. Ma che te lo dico a fare. È uno schifo. Ormai se giro con la Cayenne mi guardano tutti storto. Manco me la fossi rubata. Ma dico io, che è? Rubare per te? Se ti salvo il culo e nel frattempo mi metto qualche soldo da parte è rubare? Io dico di no. Aaaah, vedi che sei d’accordo anche tu? Quanti anni c’ha sta amica tua? 54? Ce la fa, ci proviamo almeno, dai. Ma sì, tu spiegaglielo. Diglielo che è colpa di sti politici magnaccia che c’hanno tolto tutto, non ci danno più una lira. Ormai a lavorare come dicono loro ci si paga di tasca nostra. Ma che lo devo paga’ io il tumore dell’amica tua, con rispetto parlando? Ma è chiaro! Ecco, bravo, giusto! Tanto non puoi dire che di sì. Domattina la porti da me, la visitiamo per bene, la facciamo sentire importante, coccolata… E dopodomani c’abbiamo già il referto della tac! Così glielo mettiamo in culo al governo e a ‘sto bel polipetto maligno, eh?
Come dici? Mo’ che c’entra sta cosa? No, no, no! Ma scusa, che è un merito tuo se questa viene da me a farsi cura’? Mica glielo hai attaccato tu, il tumore? Ma scusa! E no, non mi dire così! Non mi dire così, sai? Arma’, se te vuoi prendere questa responsabilità e dirle di aspettare sei mesi, liberissimo. Col buco che c’hanno fatto nella sanità capace che passa un anno e poi la posteggiano per due mesi in un corridoio. Io le do una possibilità, ma quale cinismo! Vuoi una prova, dici? Chiediglielo! Fai così chiamala, le parli e poi me fai sapere. Che tanto alla fine venite tutti da me. Dai, ci sentiamo dopo… E… Sì, ho capito Arma’… Però così stai a esagerare, non la devi tirare troppo ‘sta corda. Cinque per cento, ok? Cinque per cento come al solito e stai sicuro che mi sto a svenare amico mio. Cinque, ok? E ti devi accontentare, ci accontentiamo tutti ti accontenti pure te. Ecco, ok. Ciao Arma’, ciao!”.
Alzò un braccio in aria per richiamare l’attenzione della bambina, che si guardava intorno appena uscita dalla scuola. “Sto qua, piccoletta!”. Quando lei lo raggiunge si abbassò alla sua altezza e si scambiarono qualche parola di saluto. Subito dopo il telefono squillò di nuovo.
“Arieccote, Arma’… Fammi indovinare! Ah! Che ti dicevo? Ma per forza… Lo so, c’ha ragione ’sta signora, ma d’altra parte tu glielo hai detto che mica è colpa mia. Deve prendersela con chi comanda e che comando io? Guarda, sai che mi ha appena raccontato mia figlia? Che manco la carta igienica c’hanno più nelle scuole. Coi fazzolettini di carta si è dovuta pulire oggi. Coi fazzolettini! Scommetto che il figlio di un ministro ce l’ha eccome la carta igienica, sto infame. Con loro bisogna prendersela, altro che! Dai il numero dello studio all’amica tua, va bene. Dille di chiamare oggi la mia segretaria che le fissiamo un appuntamento domani presto. Lo sconto? Che vuole la ricevuta? No? Se non le serve ne possiamo parlare. Altrimenti mi fanno il culo caro mio, devo spiegargli fino all’ultima lira. Già ci sei tu che ti prendi il cinque, se faccio pure lo sconto con la ricevuto… Meno male che ho lo stipendio dell’ospedale per dare da mangiare a ‘sti parassiti… Tutti in galera li dovremmo mettere, ma tutti! Sì, caro, sì… Ci sentiamo e saluta l’amica tua. Dille di chiamarmi… Ciao!”.
La bambina lo guardava stupita. “E lo so, amore”, le disse lui. “Sono cose da grandi difficili… Meno male, guarda, che ancora non le capisci. Beata te! Dai che andiamo a danza adesso. Ci dobbiamo solo fermare dieci minuti dall’avvocato. Te lo ricordi il mio amico Davide, l’avvocato? Vabbè… Facciamo in un lampo, promesso. Da quando io e la mamma abbiamo deciso di separarci per pagare meno di tasse è diventato un inferno… Quanta burocrazia, stellina! Quanta malafede! Ma tu sai quanto costa l’asilo di Michelino? Una follia, sempre a trovar posto poi… Ormai se non sei separato non vai più da nessuna parte… Colpa dei politici amore. Si sono magnati tutto, si sono magnati. Tutto! Meno male che ancora certe cose non le capisci. Sei ancora piccola tu, chissà che mondo ti faranno trovare ‘sti farabutti. Meno male che c’è papà tuo!”.
Vaìa