(ANSIA). ROMA, 17.53.
«E’ inaccettabile che le Nazioni Unite chiedano la revoca delle condanne a morte emesse contro gli omosessuali in vari paesi del mondo». E’ durissima la presa di posizione del Mons. Cilicio contro quella che nello Stato del Vaticano da più parti definiscono ormai come “la direttiva salva crimini”. Secondo l’alto prelato, infatti, «cancellare la pena capitale nei confronti degli omosessuali significherebbe discriminare in modo inaccettabile numerose altre categorie di condannati altrettanto meritevoli di passare a miglior vita: come gli assassini e i pedofili».
Lo stesso Benedetto XVI, durante il diabolicus di domenica scorsa, ha ricordato che la vita va sempre tutelata, «ma fino a un certo punto. Ki pecca di krimini contro natura defe essere punito in tera. Prima di esere punito anke per l’eternità. Yawohl!».
«La Chiesa di Roma – ha aggiunto Cilicio – farà di tutto per opporsi a questa pratica discriminatoria e per sostenere i morituri durante gli ultimi secondi della loro vita: convertendoli, confessandoli ed evitando loro la dannazione eterna, anche se meritata».
Solidarietà a Mons. Cilicio è arrivata dalle forze di governo. «Siamo con la Chiesa, senza se e senza ma», ha rivendicato il leader della Democrazia Cristiana Rotondi. Mentre Gasparri ha ribadito l’urgenza di «estendere la pena di morte anche ad altri reati, per par condicio». Dure prese di posizione dall’Italia dei Valori, con Di Pietro che rivendica il proprio ruolo «di unica voce libera nel panorama politico italiano». Più cauto Enrico Letta, del PD, che ha parlato di «totale equidistanza dalle posizioni della Chiesa, di Di Pietro e di chiunque altro» e ha ricordato l’esigenza di aprire un tavolo di lavoro «bipartisan laici-cattolici per arrivare a posizioni di equilibrio che non turbino le coscienze di nessuno».
«Sono le classiche lotte interne di un’opposizione allo sbando», ha fatto sapere Cicchitto, mentre ancora più diretta è stata l’affermazione di Umberto Bossi: «Ricchioni, dovete morire!».
Esagero, dite? Forse sì. Intanto leggete qua.
Vaìa