Due righe gialle e un caschetto


  • “Tra le grandi città italiane Torino è quella che più facilmente si percorre in bicicletta perché è per la maggior parte in pianura e per l’agile tracciato delle piste ciclabili (ad oggi circa 160 Km)” (Fonte: Città di Torino).

Sarà. Lo dice il Comune, quindi sarà vero.

Poi però vai in corso Duca degli Abruzzi e dovresti avere una scure per combattere contro le radici degli alberi che spaccano l’asfalto, ammazzando il deretano del povero ciclista con sobbalzi degni di un percorso di montagna.

Passi in centro e devi fare lo slalom fra crepe, baratri nell’asfalto, auto in sosta vietata con le quattro frecce (e i vigili?) e gradini messi qua e là a tradimento. Saltando da una pista all’altra attraverso controviali o strade piene di traffico.

Sarà, non metto in dubbio. Però forse a costruire 160 chilometri di piste ciclabili ci arriverei facilmente anche io, se in molti casi usassi la filosofia subalpina: tirar giù due righe gialle a caso e girare i tacchi. Facendomi bello coi numeri e mettendo a rischio l’incolumità dei ciclisti.

Nel dubbio, sia che siate ecologisti convinti sia che non abbiate momentaneamente la disponibilità per comprarvi una moto o uno scooter… fate una bella cosa: compratevi un caschetto, che non si sa mai. Io lo farò presto.

Vaìa

Commenti da Facebook:


One thought on “Due righe gialle e un caschetto

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *