Sanpablog: la voce di San Paolo


Ieri ad Atrium hanno presentato il Sanpablog, che altro non è che uno dei primissimi – se non il primo – primo [tag]urban blog[/tag] "di quartiere" italiano. Un progetto andato on line circa sei mesi fa e realizzato su inziativa della Città di Torino e del suo Progetto Periferie, dal Laboratorio Vigone e del CSP.

Cosa significa? Che ci sono decine di persone che quotidianamente scrivono e commentano quel che succede intorno a loro in zona [tag]San Paolo[/tag]. Come la scomparsa dei "turèt" (le tradizionali fontanelle verdi con la testa di toro) dalle strade, l’apertura di un circolo che fa del disagio mentale un motivo di intregrazione sociale ("[tag]Spazzi[/tag]") o la grande conquista di aver convinto l’assessore comunale a riaprire i cortili delle case ai giochi dei bambini.

Oltre ai post tradizionali, fra cui consiglio quelli di Matilde (vera memoria storia del quartiere con i suoi quasi ottant’anni di vita), sono assolutamente da segnalare anche le fotografie scattate da abitanti e visitatori e i video-post di prossima attivazione. Ne hanno anche presentato uno, esilerante, con un’intervista doppia al modo delle "iene" fra un’ambulante del mercato di via [tag]Di Nanni[/tag] e il gestore di una polleria di corso [tag]Racconigi[/tag].

Come dire… I quartieri vivono e sono pieni di storie – e strade – tutte da raccontare. [tag]Sanpablog[/tag] lo fa, e pure bene. Vale la pena leggerlo, farlo conoscere e, perché no, anche scriverci su. In fondo San Paolo è un quartiere ricco di spunti e di blogger c’è sempre grande abbondanza.

Vaìa

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