Avevano ragione a dire che dall’altra parte si vede benissimo. Si vedono i torti e le ragioni, con una chiarezza ben maggiore di quella dettata dall’ego di ognuno e dalla sua voglia di primeggiare. Il valore di un’azione, le sue finalità, tutto si cristallizza nel momento stesso in cui si compie. Ha un valore oggettivo che prima non riuscivo a cogliere, perché mi lasciavo confondere dal contesto. Perdendo lo spettacolo dei particolari.
Come spiegarti…Quando ho visto che ti riaccompagnava a casa, dopo la cerimonia, una volta mi sarebbe sembrato normale. Eri stanca, sfatta, intontita dal dolore – così gli dicevi – e non volevi stare da sola. Sicuramente non ti sarebbe stato possibile guidare e non solo per lo sguardo annebbiato dal troppo liquore buttato giù per darti un contegno. Adesso invece nell’istante in cui pronunciavi quelle parole avevo già capito tutto. Il tuo modo di fare, le tue finte disattenzioni, la logica conseguenza delle tue scelte.
Quando ti ha stretto forte, in macchina, pochi avrebbero potuto affermare che si trattava di un comportamento sconveniente. Di fronte alla sofferenza un abbraccio serve più delle parole. Riscalda, conforta, avvicina le persone. Ma a me non è stato difficile cogliere l’indugiare morboso delle tue dita sulla sua spalla. La carezza che gli hai regalato togliendo la mano. L’affondo disperato del tuo volto nel suo collo, come se vi fosse nascosta una segreta riserva di ossigeno e tu stessi per soffocare di tristezza.
Le tue parole, poi… “come posso continuare”, “non ho il coraggio”, “la mia vita da sola”. E le sue. Imbarazzate, inutili, doverosamente confortanti. Darti torto, come da copione, lo ha costretto a dimostrarti coi fatti che la vita sarebbe continuata, che avresti dovuto farti forte, voltare pagina. Ma non ci sono rimasto troppo male, non temere. Francamente avrei sofferto di più se tutto questo avesse potuto ancora toccarmi. Più che altro mi resta una sensazione di fastidio. Un retrogusto amaro alla base del collo, di cui anche ora farei volentieri a meno.
Non sei mai stata una donna troppo sentimentale. Sei pratica, volitiva, per nulla romantica. E hai sempre saputo come muoverti per far sì che nessuno si dimenticasse mai dei tuoi bisogni, me per primo. Il suo stupore quando hai deciso di agire è durato un attimo, poi è stato sostituito dalla volontà di possesso. Dalla necessità di marcare un territorio nuovamente vergine. Non sei mai stata una donna facile alle lacrime e io ne ero orgoglioso. Ma adesso, potendo scegliere, preferirei sapere che hai pianto e rimproverarti di avermi deluso.
Vaìa
Gulp!
bello scritto…
????????????????