Permettetemi di citare Kennedy e di affermare chiaro e tondo che "Io non sono un coglione".
Sono un cittadino italiano di sinistra che pretende rispetto dal capo del governo del suo paese. Non mi pare una richiesta esagerata e sicuramente a questo punto della campagna elettorale non ho voglia di buttarla sullo scherzo, sulla gag mediatica e sulla spettacolarizzazione di un sacrosanto sdegno.
Sarà che sono troppo preoccupato per il futuro. Ma chi ieri è andato in piazza con i palloncini, a due a due, e con le scritte "io sono un coglione" forse sarà pure convinto di aver rivendicato il proprio diritto a dissentire, anche con l’arma dell’ironia. Secondo me invece ha soltanto, e lo dico a malincuore, testimoniato come la politica sia ormai diventata sempre di più uno spettacolo, da entrambe le parti. A volte volgare e patetico – in questo il premier è maestro indiscusso – e a volte raffinato e ironico. Ma comunque uno spettacolo.
Io non mi sento un coglione, scusate. E non risponderò col sorriso alle offese in attesa di vedermi ripreso da qualche telecamera o di finire su qualche galleria fotografica on line. O sugli organi di informazione amici, che tanto gli altri non ci filano mai. Attenderò domenica, voterò per l’Unione e mi metterò a sperare che con me lo abbiano fatto la maggioranza degli italiani.
Se così sarà vorrò una cosa sola: un governo serio, noioso e perfino incolore. Ma capace di amministrare la cosa pubblica nel rispetto di tutti e per il bene di tutti. Dopo gli ultimi cinque anni sarà legittimo pretenderlo, o no?
Vaìa
Ecco, infatti.
Concordo.
‘azz, ho premuto invito troppo in fretta.
dicevo: concordo.
una cosa è scherzarci sul blog, un’altra è farsi dettare l’agenda politica da quel poco di buono che – ancora per poco – ci precede.
Il fatto è che dobbiamo de-berlusconizzare le nostre menti, anche noi che non siamo affatto berlusconiani.