Siete in un periodo poco felice della vostra vita? Magari rosi dai dubbi o colpiti da malinconica tristezza ricorrente? Pensate in modo ossessivo che la vita sia un’avventura meravigliosa ma inutilmente destinata alla sconfitta finale? Ecco. Se siete in uno di quei periodi lì… lasciate perdere la lettura di "Everyman" di Philip Roth. Perché alla fine vi sentirete prosciugati come un pozzo nel deserto.
Non ci credete? Allora lasciate che vi riassuma la storia in termini molto concreti… Si tratta di 123 pagine che si aprono con il funerale del protagonista e si chiudono con la sua morte. E in mezzo solo dolore e angosce esistenziali. Matrimoni falliti e figli irriconoscenti. Squallide sveltine con le segretarie, malattie degenerative e amici che muoiono uno dopo l’altro per aspettarti nell’aldilà.
"Sticazzi", direte voi. E meno male che almeno è scritto bene.
Vaìa
ecco appunto ci avevo fatto un pensierino ma la tua recensione mi dissuade dal leggerlo almeno in questo periodo. Vedi che blogger influente che sei?
hasta siempre
Mh, magari ce lo faccio un pensierino sul leggerlo.
Non che sia un periodo meraviglioso ma, forse toccare il fondo con le angosce degli altri aiuta a risalire =)
lascia perdere sti libri cazzo!
cmq Pozzo e non Posso… un lapsus vero e proprio!
un libro toccante, meraviglioso, che ho letto tutto d’un fiato e che sto consigliando a tutti.
Guarda Chiarula, sulla bellezza oggettiva del libro e sulla bravura di Roth non si discute. Però, sinceramente, è una delle riflessioni più consapevolmente amare della vita che si possano incontrare. Dovrebbero scriverci sopra qualcosa del tipo “Nuoce gravemente ai pessimisti” o “Non leggetelo vicino ai depressi”…
giusto a questo proposito ho in mente il cammeo di d’orrico sul corriere in cui un lettore gli chiedeva quale fosse un libro da leggere in caso di depressione o tristezza. e d’orrico, che nella pagina a fianco aveva appena concluso non ricordo se la prima o la seconda puntata dedicata a everyman, risponde, ovviamente “everyman”