Me ne frego della retorica. Di fronte a una storia come quella dei fratellini di Gravina di Puglia rimango atterrito.
Penso a quei due bambini, alla loro morte terribile e lenta. Penso alla madre, al padre incarcerato forse a torto con un’accusa infamante.
Penso al buio di quel pozzo, al freddo, alla fame. E vorrei, giuro, vorrei avere la capacità di credere e di pregare per loro. Perché qualcosa almeno avrebbe un senso.
Invece non ci riesco. Posso solo tornare a casa dai miei figli, accarezzarli e riempirli di coccole (almeno quello piccolo, l’altro mi da un calcio e scappa via). E dargli tutto il meglio di me, finché posso.
Vaìa
“l’altro mi da un calcio e scappa via” jeje
E’ già una peste?