E’ la democrazia, bellezza!


Non avranno la sanità pubblica (ma noi la stiamo smantellando).

Saranno anche dei guerrafondai (ma noi gli andiamo dietro).

Si sono affidati per otto anni a un presidente inetto, terrorista e mentalmente pericoloso (non a caso amicissimo del nostro pres.del.cons.).

Hanno derive religiose nocive per la societa’ civile (proprio come noi… vero Binetti?).

Pensano di essere al centro del mondo, anche se è sempre meno vero (non come noi, che ancora pensiamo a cosa eravamo "fighi" 2000 anni fa).

Ma solo loro sono in grado di eleggere un nero alla guida del paese.

Di scegliere una persona che dia loro la sanità pubblica, che smetta di essere prima di tutto un guerriero di carta, che abbia raziocinio e lungimiranza, che sia laicamente a capo di tutti e che sappia con certezza che essere al centro del mondo non conta nulla, se intorno a te non c’è più nessuno.

La sfida che attende Obama è drammatica, quasi inumana. Come quella che attenderebbe noi italiani, se solo avessimo il coraggio e la forza di riconoscerla e di cambiare.

Ci manca solo un Obama. Peccato che da noi il figlio di un immigrato africano al massimo potrà diventare un operaio interinale in regola con i libretti di lavoro. Le impronte digitali stampate su un foglio "verde padania" e il permesso di soggiorno a tempo, pronto per essere revocato al primo "negro di merda" gridato per aria.

Quanto ci sarebbe bisogno di un Obama, qua da noi. Avremo anche la sanità pubblica. Ma fra nani, servi, inetti, fascisti, picchiatori, razzisti della peggior specie e soubrette succhia-premier diventate ministre… a volte penso che il prezzo da pagare sia comunque troppo altro.

E per favore. Nessuno si azzardi a tirarmi fuori Veltroni. Col "Si può fare" abbiamo già dato.

Vaìa

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3 thoughts on “E’ la democrazia, bellezza!

  1. E’ vero che non bisogna sopravvalutare gli americani, e lo dico io che sono sempre contro di loro. Però bisogna ammettere che ancora una volta bisogna imparare da loro e questa volta una cosa importantissima: il coraggio di cambiare o almeno di provarci.

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