Mela o non mela? Come la vedo io…


Ok, lo ammetto. Per me è facile essere sedotto dalla tecnologia e voler provare cose nuove. D’altro canto nel 1994 comprai un Mac (Performa) quando non li usava nessuno e avevano ancora la mela a colori. Così quando mi è punta vaghezza di provare un Android ho ceduto, altrimenti me ne sarebbe rimasta la voglia per sempre. Grazie ai miei giri di forum e conoscenze, ho dato via il mio 4s per prendere alla pari un Galaxy S3. Dopo un paio di mesi eccomi a tirare le somme. Lascio a voi indovinare come è andata a finire.


Che dire. La differenza fra i due mondi è abissale e i primi giorni balza agli occhi prepotente. Schermo gigante (4,8’’ contro i 3,5’’ dell’iPhone), sistema completamente personalizzabile e aperto, moltissime applicazioni gratuite. Un trionfo di sfondi animati, widget di ogni tipo, programmi scaricati uno via l’altro dal Play Store Google. E poi la sincronizzazione con le soluzioni made in Mountain View è perfetta. I contatti vanno tutti sulla nuvola e gmail arriva in tempo reale, a volte prima che sul pc.
Solo che io ho un Mac e qua iniziano le scocciature. Kies, il software che fornisce Samsung, funziona quando vuole e spesso non riconosce il telefono. E nonostante una conclamata compatibilità con i dati di iTunes, mi ha recuperato solo alcuni dei contatti e nessuna delle playlist in cui mi sono organizzato la musica (e sto parlando di 16 gb di roba, non proprio minuzie, esaltati dall’ottima funzione iPod del mio vecchio telefono con la mela). E prima che qualcuno me lo suggerisca, anche con “easy phone sync” non è che le cose siano andate tanto meglio. Per non parlare delle foto, archiviate da anni su iPhoto. Insomma, un cambio radicale di prospettiva, al quale in fondo non ero del tutto preparato. Ma non è la fine del mondo.
Col passare dei giorni, però, mi sono accorto che lo schermo, una meraviglia in quanto a gamma di tonalità e ampiezza, era troppo grande per un utilizzo in sicurezza. Con una mano facevo fatica (più di una volta mi è quasi cascato per terra mentre cercavo col pollice di raggiungere gli angoli ciechi del dispositivo) e con due non sempre mi era possibile (il terzo braccio per la spesa, per esempio, ancora non ce l’ho). Insomma, ho capito che in fondo aveva ragione Steve. L’ergonomia vuole la sua parte e se ti serve uno schermo più ampio c’è sempre l’iPad. Dal loro punto di vista non fa una grinza.
Ma anche a questo ci si può passar sopra. Non tutti sono dei malati sempre connessi come me. E probabilmente basta munirsi di un gancio alla cintura per i sacchetti della spesa e pantaloni dalle tasche più ampie.
Passiamo al vero punto dolente: il market. Bello, ricco e con quasi (quasi) tutte le app che avevo a disposizione sull’App Store Apple. “Viva la libertà!”, pensavo. Fino a quando la durata della batteria è crollata all’improvviso da un giorno e mezzo a 12 ore scarse. Leggo qua e là e dietro consigli on line inizio a scaricare vari programmi di gestione ram, task manager, monitoraggio della batteria, controllo delle app in esecuzione e chi più ne ha più ne metta. Insomma, a quanto pare c’era qualcosa (cosa non non lo so ancora oggi) che ciucciava energia come un’idrovora. Lasciata da parte la possibilità di installare una rom moddata , ho dovuto formattare per due volte il tutto e reinstallato una app per volta, tralasciando quelle un po’ sospette (che poi modo di capirlo non c’è). Con una buona dose di pazienza e una notevole perdita di tempo. La durata è tornata normale. Ma al suo posto è subentrata una sorta di ansia da applicazione. Andrà bene? Mi succhierà ram? Energia? Mi installerà pubblicità che non voglio nella toolbar?
C’è dell’altro. Le app sono in genere molto meno curate rispetto alle omologhe Apple. Ma questo già si sapeva e non è un problema. I problemi veri nascono dalla loro ottimizzazione e usabilità. Innanzitutto non avere regole uniche per pubblicare sul market significa che ognuno alla fine programma come preferisce. Addio standard e addio il più delle volte a un livello minimo di decenza nel presentare il tutto. Se in Apple sai subito quale è la logica di un programma, con Android devi impararla app per app, con un’ennesima perdita di tempo.
Oltretutto, e questa e la cosa più spiazzante IMHO, avere a disposizione un parco macchine pressoché infinito significa non poter sviluppare app che vadano bene allo stesso modo su tutti i modelli: dai processori potenti a quelli mediocri, dagli schermi enormi in HD a quelli piccoli e low-res. Lo si vede soprattutto con i giochi. Di fronte alla mia perplessità con giochi molto complessi graficamente, che scattavano come fluidità o sonoro nonostante un top di gamma come il Galaxy S3, ho scoperto sempre leggendo qua e là, che questo era dovuto al fatto che non erano ancora “ottimizzati” per il mio modello. Cosa volesse dire non l’ho capito del tutto e visto che non gioco più di tanto non me ne sono preoccupato. Ma sicuramente la stessa cosa non succede con Apple, a meno che non si abbiano modelli obsoleti ormai come il 3g o il 3gs. Ma questo almeno lo si sa e lo si accetta a priori, senza sorprese.
Riepilogando. Come hardware e software Samsung e Android hanno fatto passi da giganti (lasciamo da parte la questione chi copia chi, per non scrivere un’enciclopedia). Ma in quando a usabilità e sicurezza sono indietro, poco da fare. Quello Apple sarà un sistema chiuso, avrà un market con regole ferree, sarà quello che volete. Ma chi ha un iPhone, un iPad o un MacBook Pro (come me) entra in un mondo dove non ci si deve più preoccupare di ram, prestazioni, pubblicità indesiderata o app che crashano anche tre o quattro volte di fila.
Un sistema dove tutto è studiato per essere a portata di mano dito e dove tutti possono avere a disposizione, senza preoccupazioni, tutta la tecnologia di cui hanno bisogno. Vuoi scattare una foto? Prendi e scatti, senza doverti preoccupare di mille opzioni che fanno tanto finta reflex (a quel punto uso davvero la mia D3100). Tanto poi vai a guardare e le foto sono splendide uguale. Un mondo per beati utilizzatori che non vogliono essere disturbati. Che poi è proprio quello che sono io, più attento ai contenuti che al contenitore. Perché se il contenitore, per essere usato, ti costringe a controllarlo sempre non ne vale più la pena.
Il mondo Android va meglio per chi ama muoversi fra le pieghe dell’hardware e del software con la disinvoltura di una gazzella nella savana. E io li capisco, davvero. E capisco la loro idiosincrasia per la Mela e la visione di Cupertino. Una gabbia dorata, soprattutto per i prezzi, in cui puoi fare molto, ma non tutto. Se quello che vuoi è un oggetto facile da usare, con cui fare quello che ti serve col minimo sforzo, allora non ti resta che l’iPhone: la rotella perfettamente oliata da inserire nel microcosmo dei device Apple.
Sia chiaro, parlo comunque di utenti consapevoli, che usano la tecnologia a 360 gradi. Perché se l’utilizzo di uno smartphone è limitato allo stare in tasca o in borsetta, fare il figo accendendolo ed elencando le funzioni o solo chiamare parenti o amici, magari aggiornando lo status di faisbùk, allora… beh, risparmiate soldi, che un Nokia symbian va ancora più che bene.

Vaìa

Commenti da Facebook:


5 thoughts on “Mela o non mela? Come la vedo io…

  1. Interessante. Anch’io provengo da iPhone (3GS) e ho ora un Galaxy Nexus. E ho anche un’immagine del tutto diversa di Android, forse proprio per l’effetto “Nexus”: con l’aggiornamento ad Ice Cream Sandwich, il sistema operativo è superfluido. Non c’è bisogno di smanettare, perché per quanto mi riguarda funziona tutto alla grande senza rallentare e sul market trovo tutte le applicazioni che mi più o meno mi servono o sono comunque un “nice to have” (circa una trentina, le stesse che avevo su iPhone, usabilità paragonabile). Certo, ho un pc con windows 7, non un Mac, per cui il tutto si sposa alla perfezione. Insomma, il Galaxy Nexus con l’ultimo Android è il telefono che libera il sistema operativo di casa Google dall’equazione un po’ trita Android = smanettone. Per quanto riguarda la frammentazione, beh, lì c’è anche il buon senso dell’acquirente. Se ti compri un cell da 200 euro con Android non potrai certo aspettarti di farci girare sopra grafica 3D. Se no ti compri un iPhone a 700 euri, o un equivalente Android allo stesso prezzo. Ciao!

Rispondi a Gommaweb Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *