Gommaweb?


41 anni, babbo di uno jacopino doc, di un luchino diabolico e di un matteuccio novello, nonché compagno di una bella account sempre di corsa, Maurizio “Gommaweb” Gomboli è attivo sulle scene del capoluogo subalpino dal lontano 1973.

Nato a Firenze ma torinese d’adozione (orrore!), Gommaweb è fisicamente simile a Raul Bova (dall’alto), Robert Redford (di nuca) e Jovanotti (quando canta). È alto 1 metro e 84, calza il 44 di piede e pesa circa 80 chili. Possiede un bel paio di occhi azzurri e i suoi capelli, corti e castani, stanno con sua somma rabbia mostrando tracce sempre più marcate di “sale e pepe”.

Di mentalità vincente, dedica la sua passione sportiva alla squadra della sua città natale, la Fiorentina, simbolo cosmico di traguardi sognati, sfiorati e mai raggiunti. A Torino, scarta subito l’idea di tifare per i ladri a strisce e si infatua dei granata. Gli amici lo definiscono “il masochista dello sport”.

Si laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo un lavoro casuale in banca, diventa giornalista e lavora diviso fra redazioni e uffici stampa.

One thought on “Gommaweb?

  1. Gentile Maurizio,
    sono Federico Floris, un lettore del tuo blog e nel mio piccolo editore e produttore cinematografico.
    Ho letto i tuoi articoli e li trovo sempre interessanti.
    Condivido per te la passione per il Calcio a 5 ed i libri Gialli.
    Ti scrivo per coinvolgerti nella nostra iniziativa.
    Con la nostra casa editrice e in collaborazione con l’autrice del nostro romanzo, abbiamo fondato una nuova iniziativa: “Operazione NO-ACTA – LIBERIAMO LE STORIE“, come protesta alle restrittive leggi che limiteranno sensibilmente la privacy di ognuno di noi, mascherando tutto ciò con la difesa del copyrigth. In risposta a questi oltraggiosi provvedimenti abbiamo deciso di “Liberare le storie” (autopiratarsi!); il libro, oltre che in vendita nei maggiori store, sarà scaricabile gratuitamente direttamente dalla pagina dell’autrice!

    “Liberare le storie, per liberare i sogni e le idee”.

    Dopo il nostro documentario “Olos 2012” (http://www.youtube.com/watch?v=_IYKG7DcrT0&feature=results_main&playnext=1&list=PL9943BD5032E666F3), autoprodotto e lanciato gratuitamente su youtube, per permetterne la massima divulgazione, torniamo questa volta con una produzione letteraria.
    Vi scriviamo per farvi omaggio e condividere con voi la pubblicazione del nostro nuovo romanzo. Un thriller storico, quanto mai attuale:
    ÈA IO SONO L’ACQUA – E Vengo A Liberarvi.

    2012, momento di crisi e di necessario cambiamento. Essere Eroi, ora come 2000 anni fa, significa avere la forza di reagire, con coraggio e bellezza, ai soprusi ed alle bassezze della nostra società, spesso sporca e corrotta, sin dalle classi politiche che dovrebbero rappresentarci.

    Un Metaforico 2012:

    La storia è ambientata nell’antica Roma. Roma è in decadenza; in un momento critico, difficile, attanagliata da un governo corrotto, è una fine dei tempi, la fine di quei tempi, per mano dei protagonisti e dell’Acqua. “Si parla di allora per parlare di ora”, spiega l’autrice. Parla di quello che sarebbe dovuto succedere ora; di quello che avrebbe potuto succedere, e forse di quello che succederà! Ma soprattutto parla di quello che è successo realmente sotto il dominio dell’imperatore Nerva!

    L’Acqua è la vera protagonista di questa storia, la sua anima, il suo pensiero e le sue soluzioni, l’acqua che attraverso la figura di Domitilla ci trascina nel mondo degli Dei.

    Il SITO DELL’AUTRICE: http://www.penelopelondonbooks.com ; nella sezione “COPIA OMAGGIO” troverete la copia disponibile gratuitamente.
    Se vorrai pubblicare un pezzo giornalistico, di seguito, a fine mail, ti inserisco la lettera che ha scritto un critico letterario che si chiama Giulio Rovati.
    Sii anche tu promotore di questo nuovo movimento. Aiutaci a divulgare l’iniziativa tramite tutti i tuoi canali.
    Un saluto, buona libera lettura e buon cambiamento.
    Federico Floris e quelli di Olos 2012

    Lettera di Giulio Rovati:

    Penelope Griffith London è il nome della scrittrice, autrice del nuovo caso editoriale che si sta diffondendo in Italia con l’opererazione “Liberiamo le Storie”.

    A metà febbraio, infatti, inizia a circolare sulla rete un manoscritto che in meno di 20 giorni conta 2.000 copie scaricate e in circolazione, e più di 300 ebook venduti.

    EA- Io sono l’acqua e vengo a liberarvi è un libro caldo, perchè tocca temi scottanti.

    Primo fra tutti è un atto di protesta contro l’Acta “Anti-Counterfeiting Trade Agreement”,ossia legge anti- contraffazione.

    [Che cos’è davvero l’Acta? (riassunto informativo per chi non conosce il vero volto del trattato a fine pagina) *]

    Perchè mai una scrittrice dovrebbe essere contraria a una legge che la protegge dalla pirateria?

    È noto, che il trattato non sia volto alla Nostra protezione, ma che abbia ben altri scopi, e soprattutto comporterebbe una sostanziale restrizione della libertà!

    L’iniziativa di protesta della London è chiara :

    “Se proteggermi dalla pirateria equivale a sotterrare la libertà di espressione e i diritti umani, allora sarò io stessa la pirateria !”

    L’autrice, in accordo con la casa editrice ha così deciso si “autopiratarsi”, rendendo disponibile direttamente dalla sua pagina web, una copia omaggio integrale divisa in capitoli del suo romanzo.

    Ma il pezzo forte è il tema del libro:

    Il romanzo è ambientato nell’antica Roma e racconta una storia realmente accaduta, a cavallo fra l’impero di Domiziano e quello di Nerva. Quest’ultimo, assieme al generale Sesto Giulio Frontino rivoluzionerà il governo scoprendo e rivelando uno scandalo riguardante la corruzione del senato e la gestione dell’acqua.

    È una vera e propria “Tangentopoli dell’acqua” nel 96 d.C. circa, quella che svela i meccanismi di un governo con il volto del senato, corrotto, subdolo, promiscuo, ladro e spesso anche assassino.

    Tutto questo non vi ricorda qualcosa?

    Non vi ricorda le innumerevoli Tangentopoli che in quasi vent’anni hanno dilaniato il nostro paese?

    Non vi ricorda personaggi fantocci susseguirsi al comando del nostro paese senza che nulla davvero cambi mai?

    Non vi ricorda uno governo ladro, meglio se fatto di banchieri, che ruba dalle casse del proprio stato, corrotto, promiscuo e a volte assassino?

    Non vi ricorda un referendum cestinato senza spiegazioni né riguardo, un referendum che aveva per protagonista l’acqua?

    A me si, ricorda tutto questo e anche di più.

    “Ea io sono l’acqua”, è una storia antica, realmente accaduta, ma decisamente attuale. Una storia che, credo, abbia una sola differenza dalla nostra: la grandezza dell’impero Romano e dei suoi uomini.

    Quello romano è un impero durato per millenni; invincibile, avanzato, evoluto come nessun altro regno.

    Cultura, filosofia, bellezza, coraggio, onore e orgoglio erano le fondamenta sulle quali si basava tutto il sistema.
    Un sistema corrotto, nella Roma antica, non era che un tarlo in un’opera d’arte.
    Possiamo dire lo stesso ora?

    Uomini disposti a combattere e a morire per la difesa della dignità di sé stessi e della propria patria.
    Esistono ancora questi uomini?
    Nell’ epilogo del libro troviamo parole dure; parole rivolte a questo tempo; parole che non risparmiano nessuno.
    Ma a chi è capace di fare autocritica sarà chiaro che sono parole Vere.

    È l’acqua a rivolgerci queste parole.

    Se l’acqua potesse parlare, cosa pensate che ci direbbe ora?
    Ora, che è protagonista involontaria di uno scenario bieco?

    Personalmente credo che direbbe : Io sono l’acqua… E VENGO A LIBERARVI.

    Credo che direbbe:

    “Io Sono l’Acqua.

    Vi ho generato.

    Sono in ogni cosa.

    Sono tra voi, in voi.

    Vi conosco tutti, uno ad uno.

    Quando pensate di possedere dei segreti,

    siete molto lontani dal comprendere che non potete avere dei segreti con me.

    Non provate a vincolarmi, Io non appartengo a nessuno.

    Io Sono l’Acqua. So tutto di voi.

    E quello che so mi piace sempre meno.” (tratto dal romanzo)

    Giulio Rovati

    Cos’è L’Acta?

    *L’ACTA è un accordo commerciale plurilaterale, siglato a Tokyo il 26 gennaio 2012 tra 22 dei 27 Stati membri dell’Unione europea (tra cui l’Italia) .

    Basti solo pensare che in contemporanea con la firma della UE il referente della Commissione Europea per l’Acta si è dimesso in segno di protesta condannando le modalità dell’accordo e accusando il tutto di mancanza di trasparenza e nessuna consultazione della società civile (l’accordo è stato notoriamente delineato in segreto negli USA).
    Che genere di misure prende questo trattato per difendere il diritto di autore e di copyrigth?

    L’ACTA è oggetto di protesta poiché identificata come un potenziale bavaglio internazionale alle libertà degli internauti e dei cittadini.

    Questo trattato, infatti, tende a identificare ogni utente come un possibile “trasgressore della legge”, e richiede di conseguenza un monitoraggio preventivo sulla rete per mano dei Service Provider, che avranno il compito, anzi, l’obbligo di sorvegliare tutti i movimenti che passano attraverso i loro server, e segnalare immediatamente qualsiasi tipo di condivisione di contenuti protetti in qualche modo dal copyrigth, senza nessuna eccezione.

    Sarà perentoriamente illegale : condividere ogni sorta di file, estratto testo, musica, video, citazione, con qualsiasi mezzo ( mail, social network, blog, video, articoli) e con qualsiasi fine anche a solo scopo informativo. Tutto ciò prevede l’avvicinarsi della fine, per come li conosciamo, di Wikipedia, Youtube, Facebook, Twitter etc…Il trattato però non prevede norme solo per quanto riguarda la rete, ma anche per quanto riguarda il mercato.

    Chiunque detenga un brevetto può infatti richiedere l’intervento dell’Acta, nel caso ritenesse che il prodotto in questione sia stato copiato, completamente o solo parzialmente dalla sua idea originale.

    L’Acta “protegge” dall’anti- contraffazione in qualsiasi campo, farmaceutico, agrario, commerciale; ed è noto che la maggiorparte dei detentori di brevetti, e quindi di nuove scoperte frutto della ricerca,sono le multinazionali, che grazie all’Acta potranno segnare la fine di tutte le sottomarche che imitano il prodotto, per esempio i farmaci genereci.

    Le pene? Immediata rimozione dalla rete o dal mercato, dell’oggetto ritenuto causa della trasgressione, successivamente, nel trattato sarebbero suggerite fino a pene carcerarie «sufficientemente elevate da rappresentare valido deterrente».

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